Giugno oltre ad essere il mese dedicato al Pride è anche il mese delle sfilate maschili per l’estate dell’anno seguente che passeranno da Milano dal 17 al 21 giugno.
Il calendario, sempre più corto, vede in programma 25 sfilate fisiche 27 presentazioni di cui 3 su appuntamento 5 digital e 9 eventi.
Milano Moda Uomo, le novità si contano sulle dita di una mano
Di novità ce ne sono poche, ritornano i celebri Versace, Moschino e Gucci, che però non sfila. Ritorna anche lo stilista, specchio di una generazione razzista e oltremodo incapace di comprendere la moda Plein Sport, seguito da Billionaire, passando per Marcelo Burlon che dopo diversi anni in occasione del decimo anniversario del brand organizza una sfilata e un evento che sarà il place to be. Poi il classico Armani, con due sfilate, Etro, Prada, Fendi, MSGM, Dolce&Gabbana e 1017 ALYX 9SM.
Milano Moda Uomo: spazio ai giovani
Spazio anche ai giovani e ai wanna be come Simon Cracker, specialista, a suo dire, dell’upcycling e a Lessico Famigliare, brand molto interessante e da conoscere.
Quello che però conta davvero di questa Milano Moda Uomo è la presenza di JW Anderson, il designer più impegnato e celebrato degli ultimi dieci anni, il suo brand omonimo è uno dei più eclettici e ricercati del momento. Sarà sicuramente un successo.
Milano Moda Uomo: l’uomo al centro di tutto
Oggi come oggi dire una frase come “Dare centralità all’uomo è importante” suona giusto un po’ misogino, non inclusivo maschilista e anche un po’ insicuro ma pare questo l’obiettivo di questa nuova edizione di Milano Moda Uomo perché, come ha detto il Presidente Carlo Capasa: “a volte la sfilata unificata rischia di oscurare la parte uomo, perdendo l’effetto volano“.
Sinceramente l’effetto volano si è perso nel momento in cui molti nomi, ahimè alcuni ancora presenti in calendario, hanno perso la bussola dello stile e la magia dell’effetto wow perchè troppo occupati a cercare di uscire dai castelli di carta che nel tempo si sono costruiti iniziando a vendere vestiti che non parlano di niente, tranne che per certa stampa e le influencer ma non per i buyer che trovano, giustamente, più interessante Parigi o Londra perchè a Milano Moda Uomo non c’è più niente di interessante ne influente e quindi comprano poco o non comprano proprio. Magari se chi organizza tutto non si sentisse così insicuro la fashion week maschile di Milano potrebbe tornare ad essere quantomeno interessante. Pertanto credo che continuare a dividere le sfilate tra maschile e femminile risulti superfluo, vecchio e stantio perché dai, non voglio essere polemico, però si sa che il pesce puzza dalla testa e se al comando del sistema ci sono solo uomini bianchi, ricchi, etero, di cattivo odore nella moda se ne sentirà ancora parecchio e per molto tempo. Buona fashion week.